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lunedì 14 marzo 2011

E' TEMPO DI SETTIMANE BIANCHE MA ATTENZIONE CHE ANCHE IN FERIE IL VOSTRO CAPO E' IN AGGUATO

"Durante le ferie il lavoratore deve evitare imprudenze che possano causargli malattie"

Questo è quanto ha stabilito la Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con la recente sentenza n.1699 del 25 gennaio 2011 nel giudicare il caso di un dipendente di un istituto di credito di Pescara, che, in occasione di un viaggio in Madagascar, ha contratto la malaria assentandosi dal lavoro. Non  contento, il lavoratore, successivamente, si è più volte recato in Madagascar dove è stato nuovamente colpito dalla malaria, incorrendo in nuove assenze. Evidentemente non completamente soddisfatto, il dipendente ha, dunque, chiesto alla sua azienda la concessione di un periodo di ferie dal 22 novembre al 7 dicembre 2000, sostenendo di dover prestare cure e assistenza alla madre malata ma, anche in questo periodo, si è recato in Madagascar dove si è, di nuovo, ammalato di malaria. La sua società, dunque, lo ha sottoposto a un procedimento disciplinare, concluso con il licenziamento, addebitandogli tra l'altro di essere affetto da una patologia tale da non impedire lo svolgimento della sua attività e, comunque, causata dall'essersi nuovamente recato in Madagscar. Il lavoratore ha impugnato il licenziamento sino in Cassazione.
Ebbene, la Corte di Cassazione, dando torto al dipendente, ha affermato che il lavoratore, durante le ferie, deve astenersi da comportamenti che possano ledere l'interesse del datore di lavoro alla corretta esecuzione della prestazione lavorativa prevista dal contratto. Pertanto, se è vero che il lavoratore è pienamente libero di decidere come e dove utilizzare il periodo di ferie, altrettanto vero è che, per i principi di buona fede e correttezza, siffatta libertà deve essere coniugata con l'esigenza che le sue scelte non siano lesive dell'interesse del datore di lavoro a ricevere regolarmente la prestazione lavorativa.
Per cui mi raccomando, sciate in libertà ma, fate attenzione, tra uno slalom e una sosta al rifugio, tra un paletto e l'altro a non dimenticare i "principi di buona fede e correttezza", altrimenti al ritorno chi lo sente poi il capo!!!!

Ad maiora




Se ti dovesse interessare ricevere copia della sentenza citata o maggiori dettagli non esitare a contattarmi via email all'indirizzo di posta elettronica corrado.isacchi@gmail.com, mi smobiliterò per te!

1 commento:

  1. Tralasciando la sentenza in questione nel caso specifico alquanto bizzarro, il paradosso lo si può riassumere in due esempi:
    1.se uno và in ferie con i mezzi pubblici e contrae un qualsiasi virus che causa la successiva/e assenza/e dal lavoro, il lavoratore é in mancanza di buona fede e correttezza non dipendendo da la sua scelta la malattia e quindi possibile soggetto a licenziamento
    2. il lavoratore contrae la malattia su mezzi pubblici ma in viaggio di lavoro comandato dall' azienda, l' assenza/e diventa/no causa di servizio legittimata ed eventualmente poter fare causa all' azienda con relativo risarcimento.
    Fatto stà che a questo punto si potrebbe anche pensare per tutte e due le casistiche di far causa alla specifica azienda di trasporto per mancanza delle normative igieniche verso il lavoratore passeggero che sono state causa dell' assenza, nel primo caso da parte del lavoratore che ne ha conseguito il licenziamento, nel secondo da parte del datore di lavoro che si trova senza forza lavoro.

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